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Cucinalkemika. Laboratorio di pensieri tramutati in cibo

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16 marzo 2015

Agnello cacio e uova e un menù di Pasqua per Taste Abruzzo


Il mio secondo post per Taste Abruzzo mi ha spinto a preparare un cibo 
che non è mai approdato su questo blog, la carne. 

L'ho fatto perchè volevo mettermi alla prova e soprattutto perchè tengo a questa deliziosa ricetta abruzzese come ai miei ricordi legati alla Pasqua trascorsa per molti anni a casa dei miei genitori.
 
Date uno sguardo anche al menù che ho proposto, è molto ricco lo so, ma le grandi quantità sulla tavola pasquale a casa nostra sono sempre servite per avere tutto pronto per il pic-nic del giorno dopo e trascorrere un allegro lunedì dell'Angelo in montagna!


chissà che non venga voglia anche a voi di pensare per tempo a cosa preparare per celebrare il risveglio della natura in tavola!


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03 febbraio 2015

Sciroppo per la tosse [fatto in casa] e una nuova collaborazione


Oggi, 3 febbraio, si celebra San Biagio protettore della gola e qui, in Abruzzo, sono molti i paesi che invocano la sua benedizione attraverso la preparazione e il consumo collettivo di pani e dolci tipici,  cibo rituale che assume forme e consistenze molto diverse da provincia a provincia.

Ho voluto rendere omaggio a San Biagio con una ricetta sconosciuta, trovata per caso in un libro di cucina contadina di cui ho perso le tracce: è uno sciroppo che aiuta a calmare la tosse e fidatevi, lo do anche ai miei bambini per quanto sia naturale.

Inauguro così, con uno sciroppo, la mia collaborazione con un progetto di valorizzazione della mia regione, della sua cucina, della sua gente e delle sue tradizioni "Taste Abruzzo: dove il sapore incontra la natura" interamente progettato, gestito e curato da foodblogger abruzzesi.

Da oggi mi troverete anche lì, ogni mese, con una ricetta tipica della mia regione, ma ora vi lascio alla lettura della storia legata a questo sciroppo contro la tosse fatto in casa.



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24 dicembre 2014

Ghirlanda di ferratelle al panpepato


Qualunque previsione meteo abbiate ascoltato in questi ultimi giorni non vale più, sappiatelo,
se aspettavate la neve e siete già pronti per affrontarla ecco che arriverà una tempesta, siatene certi!
Come faccio a prevederlo?

Ho postato due ricette in di due settimane...  da record!




Non potevo mancare e non farvi i miei migliori auguri 
per queste feste che chiuderanno il 2014.
E gli auguri ve li faccio a modo mio, 
con quello strano modo di aggiungere alle cose che conosco bene un pizzico di novità,
perchè non si ripetano allo stesso modo, perchè non siano scontate,
perchè, come un libro e come ogni volta che leggo,
possano dare sempre una nuova opportunità.




Non è ancora tempo di fare i bilanci di questo splendido e difficile anno, 
voglio scatenare un evento meteo ancora più imprevedibile e postare prima di fine anno,
nel frattempo vi lascio questa idea per decorare la vostra casa o la tavola di Natale con una semplice ghirlanda di ferratelle al panpepato.
Adesso il Natale può arrivare! Auguri!




RICETTA PER FERRATELLE DOLCI AL PANPEPATO

2 uova
4 cucchiai di zucchero
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
6 cucchiai di farina 00
1 cucchiaino di cacao amaro in polvere
La buccia grattugiata di una arancia non trattata
2 cucchiaini di spezie pronte per lebkuchen 
(ottenute come ho fatto io macinando  insieme:
2 cucchiai di cannella, 2 cucchiaini di chiodi di garofano, mezzo cucchiaino di noce moscata, mezzo cucchiaino di pepe nero, mezzo cucchiaino di cardamomo, mezzo cucchiaino di coriandolo, mezzo cucchiaino di anice stellato,  un cucchiaino di zenzero in polvere)


Sbattete energicamente le uova con lo zucchero e quando saranno gonfie aggiungete l'olio di oliva e amalgamate. Unite il cacao, le spezie e la buccia d'arancia, continuate ad amalgamare, man mano aggiungete la farina poco per volta fino ad avere una consistenza non troppo densa, nè troppo liquida.
(se troppo liquida aggiungere altra farina)

Scaldate il ferro (io ho usato il modello manuale non elettrico prodotto dalla CBE ELETTRODOMESTICI) e usate l'impasto versando ogni volta mezzo cucchiaio di composto.

Intanto avrete creato una ghirlanda in questo modo: formate con della carta forno un po' stropicciata un cerchio, fermatelo con i punti di una spillatrice e rivestite con della carta di alluminio. Avrete a questo punto una ciambella. Foderatela con feltro o nastro di raso rosso. Per fermare le ferratelle io ho usato degli spilli da sarta precedentemente sterilizzati (non occorre se deciderete di non consumarle... ma sarà molto difficile)

Buone Feste!
 

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10 dicembre 2014

Minestra di cardi e polpettine di carne



Il Natale

Questa ricorrenza scatena in me sentimenti contrastanti,
i ricordi sereni d'infanzia si alternano a sensazioni tristi e dolorose più recenti, e come in una lenta danza di fiocchi di neve, questi pensieri misti a ricordi scendono sedimentandosi ovunque,
in ogni spazio del mio esistere.


Se ripenso a quando ero bambina mi rivedo vicino al tavolo della cucina intenta a preparare i dolci, soprattutto in occasione delle feste. 
Le ricette salate invece, erano segrete e proprio per questo oggi assumono per me un doppio valore.
 Delle ricette festive salate, infatti, ricordo solo il sapore e il profumo e credo di non aver mai visto come si preparassero.

 Tra questi sapori segreti ce n'è uno che mi lega al Natale più di ogni altra cosa, 
si tratta di un piatto della tradizione abruzzese:
il "brodo di cardone", che molti conoscono anche con il nome di "minestra di cardi"

Ricordo che mia madre si anticipava per tempo perchè la pulizia dei cardi richiede molto lavoro, ma mai più di due giorni prima! 
Così in quei giorni prima del pranzo in cui i parenti sarebbero venuti a trovarci dalla capitale c'era un gran caos in cucina e tutte le preparazioni erano sospese in un limbo, prima di trovare la loro forma ed essenza perfetta solo davanti ai commensali, su una tovaglia rossa.






Mia madre non è abruzzese, non le ho mai chiesto se conoscesse questa ricetta anche prima di sposarsi e venire a vivere dove siamo rimasti, 
ma questo piatto lo ha sempre cucinato magistralmente e sembrerebbe appartenerle da sempre.



La minestra di cardo e polpettine di carne ancora oggi non può mancare 
sulla tavola del nostro Pranzo di Natale, così come non manca sull'albero il pettirosso che nei racconti da bambina era andato ad assistere alla nascita di Gesù nella notte Santa.

Quest'anno, in occasione del contest di Taste Abruzzo"It’s Xmas Time", ho pensato di arricchire il brodo di cardone introducendo nella ricetta un infuso di stimmi di zafferano, che si sposano molto bene con il gusto già ricco di questa minestra così unica.

Provatela, il suo profumo inebrierà i vostri giorni di festa.


Con questa ricetta partecipo al
“Taste Abruzzo, it’s Xmas Time!” il 1° contest culinario di Taste Abruzzo, dove il sapore incontra la natura dedicato alla Cucina delle Feste.

Taste abruzzo it's xmas time!


Ricetta per la MINESTRA di CARDI e POLPETTINE DI CARNE
(per 6 persone)

Per il brodo
  • 1 grande cardo gobbo (o 1/2 kg di cardo già pulito e tagliato in pezzetti piccoli)
  • 1 limone
  • 4 uova
  • un cucchiaio di sale grosso
  • 4 o 5 litri di brodo preparato con vegetali (tre grosse carote e poca cipolla) e carne mista (gallina, agnello, manzo)
  • 1 cucchiaino di stimmi di zafferano lasciati in infusione in mezzo bicchiere del brodo preparato e caldo, per un'ora
Per le polpettine
  • 300 g di carne macinata di manzo
  • 2 uova
  • sale
Pulite i cardi togliendo le coste più dure e i filamenti, tagliateli a tocchetti piccoli ed immergeteli in acqua fredda con il succo del limone. Dopo un'ora lessateli in acqua leggermente salata (un cucchiaio di sale grosso). 

Nel frattempo preparate le polpettine con la carne macinata, le uova e il sale e tenetele da parte.

Tagliate le carote (bollite nel brodo) in tocchetti e mettete da parte.

Quando i cardi saranno al dente scolate l'acqua di cottura (che risulterà amara) e tuffateli in acqua fredda. Lasciate qualche minuto e nel frattempo iniziate a scaldare il brodo che avrete precedentemente preparato.
 
Intanto sbattete le uova, mescolandole al pecorino grattugiato.

Aggiungete ora il cardo (scolato per bene dall'acqua fredda) al brodo bollente e continuate la cottura, versate anche le polpette nel brodo poche per volta, i pezzetti di carota, regolate di sale se necessario, mescolate e portate a bollore.

Quando il cardo sarà cotto (morbido come il sedano cotto, ha la stessa consistenza) aggiungete le uova sbattute e girate ancora fino a farle rapprendere in una "stracciatella".

Poco prima di servire spegnete il fuoco e versate nella minestra il mezzo bicchiere di brodo dove avrete messo in infusione gli stimmi di zafferano. Girate con cura, aspettate qualche minuto e impiattate la minestra calda.

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30 marzo 2013

Soffioni di ricotta


E' già trascorso un anno da quando ho scattato queste foto nella redazione de "La Cucina Italiana"
eppure il ricordo di quella bellissima esperienza è ancora così vivido.
La competenza, la professionalità e la gentilezza di tutte le persone che si celano dietro le pagine di questo meraviglioso mensile di cucina mi hanno davvero commossa e sono loro davvero grata.

Ma sono grata ancor di più perchè mi hanno permesso di realizzare una dolce ricetta abruzzese che mi descrive appieno: il soffione di ricotta.

Così leggero e soffice è l'immagine che ho di me. 
Anche il colore giallo che cela al suo interno è quanto di più vicino a me ci possa essere in natura.

Adoro persino il suo omonimo botanico, così impalpabile da dissolversi al minimo sentore di vento,  
così perfetto da diventare "molti" pur mantenendo la sua essenza.




Con questo post e con la ricetta dei soffioni vi auguro una Serena Santa Pasqua,
e vi ringrazio perchè siete davvero in tanti a farmi sentire che ci siete.



SOFFIONI DI RICOTTA (9/10 pezzi)

 Per la pasta:

280 g di farina
2 uova
100 g di zucchero
30 g di olio extravergine di oliva

Impastate tutto in una terrina e lasciate riposare il panetto mentre preparate il ripieno.

Per il ripieno:

250 g di ricotta di pecora
250 g di ricotta di mucca
100 g di zucchero
5 tuorli
5 albumi montati a neve
la buccia di un limone grattugiata

Montate a neve gli albumi. Amalgamate i tuorli con la ricotta, la buccia di limone e lo zucchero. 
Unite gli albumi montati a neve.
Stendete la pasta e tagliate in quadrati di 10 cm di lato con la rotella dentellata. 
Ungete degli stampini (io uso quelli in alluminio) e appoggiate il quadrato di pasta facendo fuoriuscire gli angoli. farcite con due cucchiai di composto 
e ripiegate verso l'interno gli angoli di pasta.
Cuocete a 180° per 1 ora statico.
Sfornate, lasciare raffreddare e spolverizzate di zucchero a velo.

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20 gennaio 2013

Pizza e foglie [Pizzɘ e fuòjë]


Dopo una dichiarazione di intenti così, dopo aver detto che il blog è terapia non posso che essere ormai libera di viverlo. Proprio questa libertà mi è sempre mancata, mi sono sempre preoccupata di come gli altri leggessero e interpretassero le mie parole. Ora che, invece, ho maturato la consapevolezza che questo spazio è nato principalmente per me, mi sento in pace. E mi va di scrivere, di parlare, di lasciare pensieri e accompagnarli alle ricette che preparo ogni giorno.


Da un po' di tempo una delle più forti sensazioni che vivo soprattutto in ambito lavorativo è la paura. Paura di non essere all'altezza, di non farcela, di non avere più la lucidità per portare avanti idee e progetti che si affollano nella mia mente. A questo proposito confrontarmi con gli altri mi dà sempre nuovi punti di vista per guardare le cose con distacco e prendere un po' di respiro.



Mentre respiro profondamente scopro che non posso lasciare posto alla paura perchè ho poco tempo e devo usarlo al meglio. Così mi accetto, lascio che questa sensazione seppur scomoda mi attraversi e stia lì anche giorni, mentre mi riapproprio delle cose più importanti e cerco di spendere meglio il mio tempo. In questi momenti riappropriarmi delle tradizioni mi fa davvero bene, mi restituisce un contatto vero con le cose e le persone che mi stanno vicine, contatto che mi permette di mantenere ben saldi i piedi a terra.



Ed è allora che non ho più paura perchè scopro di avere radici profonde e anche se questo vento impazza e spezza qualche ramo della mia chioma io resto sempre lì.


Oggi è San Sebastiano, per festeggiarlo nel mio paese si preparano molti cibi da consumare in un rito collettivo chiamato "Lu Puzzunette". Uno dei piatti tipici di questa giornata è Pizzɘ e fùojë, pizza di granturco con erbe selvatiche, un piatto semplice ma decisamente indimenticabile.



PIZZA DI GRANTURCO ED ERBE SELVATICHE

Per questa ricetta non ho dosi, è una di quelle ricette"ad occhio"

Impastate della farina di mais con acqua bollente salata in una terrina (l'impasto sodo sarà simile a quello del pane). Ungete una teglia da forno e disponete dentro l'impasto appiattendolo un po'. Ungete anche la parte superiore dell'impasto e infornate a 200° per un'ora. A metà cottura girate la pizza. A fine cottura spezzatela, dovrà essere croccante fuori e morbida all'interno.
Intanto fate sbollentare le erbe che avete a disposizione (broccoletti, cicoria, borragine... se è selvatica è decisamente meglio), scolatele e conservate l'acqua di cottura.
In una pentola fate soffriggere due spicchi di aglio e pezzi di peperone secco. Unite le erbe sbollentate e scolate.  Aggiungete il sale e la pizza sbriciolata. Fate cuocere a fuoco lento per amalgamare tutto per due o tre minuti. Se serve, se le erbe sono molto asciutte, aggiungete un po' della loro acqua di cottura. Il piatto finale dovrà essere molto umido. Servite con un peperone secco.

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29 dicembre 2012

Calcionetti abruzzesi [nuova versione]


Mi va di fare un resoconto dell' anno che sta per terminare. 
Come il precedente è stato un anno duro, difficile, ma forse questa volta ammetto di averlo voluto io. 

Mia figlia ha ereditato da suo cugino un giocattolo che io reputo stupendo: Yano.
Questo strano raccontastorie ha una facoltà: ascoltare i tuoi desideri e darti un responso. 
Per mostrare a Viola come usarlo espressi più di un anno fa un desiderio ad alta voce: 
VOGLIO GRANDIOSE NOVITA'
E la risposta fu: "Il tuo desiderio si avvererà per magia"

Le novità iniziarono pian piano per gioco: il contest de La Cucina Italiana, il viaggio a Lucca, la vincita del Contest con questa ricetta e poi...
dopo nove anni ho cambiato posto di lavoro.

La realtà in fondo è che la tranquillità e la sicurezza erano solo apparenza ed io chiedevo a me stessa ormai da molto di mettermi davvero alla prova altrove. 
Così è arrivato Altrove: un nuovo lavoro, cioè un lavoro che coltivavo da cinque anni, in una veste nuova e... un dottorato di ricerca. 
Sono sempre esagerata così chiusa una porta ho aperto due portoni ma Yano non mi aveva dato una chiave, tutto questo è stato solo frutto di scelte sofferte e studiate.

In mezzo a queste scelte lo sapete un po' tutti è nato Riccardo. 
E qui più di ogni altra cosa ringrazio il cielo perchè, come per sua sorella,
 per come erano iniziate le cose è nato un altro miracolo. 

Insomma, un anno intenso, ma in fondo non ho raccolto nulla, anche quest'anno ho seminato per gli anni futuri e di questi tempi devo dire sono stata davvero tenace e coraggiosa,
perciò questo anno trascorso lo dedico soprattutto a me che tutto sommato non mi arrendo.

Ah dimenticavo... quello che ho imparato da tutta questa lunga esperienza durata oltre 12 mesi è che tagliare i rami secchi è fondamentale perchè solo così potranno nascere nuove gemme.
(come dice un saggio amico ; ))


Per un anno di novità così non potevo che lasciarvi una ricetta nuova: totalmente reinvetata, dalla nostra tradizione natalizia abruzzese i calcionetti con un sapore totalmente nuovo. 
Un'idea che avevo da tempo e che ha riscontrato successo, sempre se vi piacciono i sapori decisi!



 CALCIONETTI ABRUZZESI AL FORNO [NUOVA VERSIONE]

Per l'impasto
150 ml di mosto cotto (io ho usato il mosto dell'Azienda Villa Bravari di Ortona - CH)
100 g di olio di oliva
100 g di crema di marroni
1 bustina di lievito per dolci
350 g di farina 00

Per la farcia
50 g di mandorle
50 g di cioccolato fondente al 70%
100 g di marmellata d'uva nera
buccia di 1/2 arancia grattugiata
10 g di zucchero di canna
1 cucchiaio di mosto cotto


Preparate la farina in una terrina capiente.
Mettete in una pentola l'olio, il mosto cotto e la crema di marroni. 
Quando il composto inizia a bollire spegnete e versate la bustina di lievito. Girate e non appena comincia a fare la schiuma versate sulla farina. Attendete qualche istante e iniziate ad impastare. Il composto sarà liscio ed elastico. Lasciate a riposo mezz'ora al coperto sotto una ciotola. 

Intanto preparate la marmellata con le mandorle spezzettate, il cioccolato triturato, la buccia d'arancia, il mosto, lo zucchero.
Stendete la pasta come per fare dei ravioli, raccogliete il ripieno con un cucchiaio e chiudete sigillando con una rotella. 

Cuocete in forno caldo 10 minuti circa a 180°, non fateli dorare troppo altrimenti si seccano.
Si conservano per una settimana in una scatola di latta.

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07 aprile 2012

Buona Pasqua!





 Ho colorato le mani di giallo
e, con il giallo, ho scritto in dolce e salato.
Ovunque ho lasciato il profumo di uova, limone e ricotta 
per augurare Buona Pasqua.
Ne lascio un po' anche qui, tornerò per raccontarvi ogni cosa, per ora...
Auguri!
 

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18 gennaio 2012

UCCELLETTI DI SANT'ANTONIO


Adoro le feste, soprattutto quelle tradizionali. Mi attraggono soprattutto perchè creano calde occasioni di convivialità. In effetti, più di tutto, amo capirne l'origine, scoprirne il significato, esplorare le espressioni dei riti del cristianesimo che si sono stratificate su quelle del paganesimo. Adoro guardare immagini del passato di queste feste, soprattutto quelle della mia tradizione abruzzese, un passato in cui tutto era più intimo e sentito. 




Di queste feste dove il cibo rituale ha il suo posto per eccellenza a gennaio adoro ricordare Sant'Antonio Abate che nella mia regione ha un posto di rilievo ed è festeggiato in una grande varietà di modi: dai fuochi  delle Farchie che incendiano il cielo nero di Fara Filiorum Petri (CH) alla tavolata di 50 portate detta Panarda a Casalanguida (CH) e un po' ovunque. 




Nella zona del teramano invece si usa preparare per il giorno di Sant'Antonio questi uccelletti che naturalmente hanno decorazioni diverse secondo la maestria di chi li realizza, infatti i miei sembrano gallinelle... Questi dolci si regalavano ai gruppi di cantori che girano per le strade e rappresentano la vita e le tentazioni del Santo in forma di breve rappresentazione teatrale. Le tradizioni sono cambiate, i gruppi si esibiscono ancora, sono splendidi, ogni piccolo paese ne vanta uno (stupendo il gruppo della mia città), ma i dolci si dividono solo in casa... a me piace non far morire i ricordi.


Vi lascio la mia ricetta, mentre ho trovato in rete un'ottima spiegazione di come realizzarli (la ricetta è diversa). Guardate qui


UCCELLETTI DI SANT'ANTONIO
550 gr di farina
1 bicchiere di plastica colmo di vino bianco
1 bicchiere di plastica + metà scarso di olio di semi di girasole
1 cucchiaio di zucchero
1 bustina di lievito per dolci

Versate l'olio, lo zucchero e il vino in un pentolino e portate a bollore. Appena inizia a bollire togliete dal fuoco e versate il lievito. Amalgamate velocemente e si formerà una schiuma molto alta. Ora è pronto per essere versato in una terrina dove avrete messo la farina. Girate con un cucchiaio e quando avrà iniziato a solidificarsi impastate con le mani. Se è appiccicoso aggiungete poca farina. mentre la pasta riposa preparate la farcia:


250 gr di marmellata di uva nera
2 cucchiai di cacao amaro
1 bicchierino di Strega
1 cucchiaino di cannella in polvere
la buccia di un mandarino tagliata a pezzettini piccolissimi con il coltello
100 gr di mandorle pelate e tostate tritate a pezzetti grossolani
50 gr di cioccolato fondente tritato a pezzetti grossolani

Stendete l'impasto e seguite i passaggi del link che vi ho lasciato sopra... cuocete a 175° per 10-15 minuti ventilato appena vedrete colorire le code e la pancia sono pronti!

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22 dicembre 2011

Parrozzo abruzzese


In quest'ultimo mese molte bellissime novità mi hanno tolto tempo ed energie necessarie per aggiornare il blog, ma sono tornata e questo per me è davvero una conquista. 
Vorrei innanzitutto ringraziarvi di cuore per i vostri commenti e i pensieri carini che avete avuto nei miei confronti per la vincita del contest de La Cucina Italiana "Castagne al Desco". E' stata un'esperienza magnifica, nonostante molte difficoltà incontrate in un viaggio così lungo e la mia situazione fisica non proprio rosea...
Il primo premio mi ha colta di sorpresa, mi ero dimenticata che fosse un contest e non so se vergognarmene, ma tanto chi mi conosce sa che sono così. 
Vincere premi concreti come oggetti non è proprio quello che mi piace, anzi, io voglio avere meno cose possibili. Di questo contest la cosa più bella è che ho vinto due esperienze: una a Lucca con altre 25 blogger e una a Milano dove andrò presto, per trascorrere un giorno nella redazione de La Cucina Italiana e dove..., lo vedrete successivamente! 

Intanto però un mese è trascorso, è quasi Natale,
sotto il mio albero ci sono già doni inaspettati, doni che non scarterò perchè non possono essere confezionati... ma mi aspettano per essere vissuti!

Vi auguro di cuore un sereno Natale e vi lascio con una delle ricette più semplici del Natale abruzzese, il Parrozzo.


RICETTA DEL PARROZZO ABRUZZESE

Per due forme piccole da 19 cm di diametro

Ingredienti
6 uova
150 gr di mandorle non spellate
150 gr di semola rimacinata di grano duro
250 gr di zucchero
1 limone
1 fiala di mandorla amara oppure 7 mandorle amare

PER LA COPERTURA 
150 gr di cioccolato fondente

Accendete il forno a 150° (io ho usato il ventilato). Separate i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve fermissima. Mentre state per ultimare iniziate ad aggiungere lo zucchero un cucchiaio per volta fino ad avere una meringa soda, lucida e bianca. A questa aggiungete delicatamente i tuorli leggermente sbattuti. Amalgamate e unite le mandorle tritate finemente come una farina (le dolci + le amare se le avete). Unite ora il succo del limone e la buccia grattata. Amalgamate ancora il composto che sarà molto spumoso. Unite a pioggia la semola e infine la fiale di mandorla amara (se non avete usato le mandorle amare!).
Il composto inizierà a fare delle bolle, questo è sintomo che tutto è andato secondo i piani...
[Se gli albumi non si sono montati, andate avanti lo stesso, rimedierete alla fine con una bustina di lievito ; ) ]
Ora Imburrate e infarinate i tipici stampi a cupola di alluminio (quelli dello zuccotto) e versate metà del composto dentro ciascuno. Infornate per un'ora. Non sformate subito, ma lasciate raffreddare dentro lo stampo. 
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato e coprite il parrozzo facendo colare dall'alto il cioccolato e sistemando con un giro di spatola alla base. 

Servite con del liquore AURUM, un tipico liquore agli agrumi prodotto nella città di Pescara.



Dice Dante che là da Tagliacozzo, ove senz'arme vinse il vecchio Alardo, Curradino avrie vinto quel leccardo se abbuto avessi usbergo di parrozzo
                                                                                    Gabriele D'Annunzio

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